Home > VIII° Edizione > “The Upsetting Frog”. Il corto di Iacopo Fontanella al WAG Film Festival

Presentato sabato 13 maggio, all’interno del Wag Film Festival, The Upsetting Frog, il nuovo cortometraggio di Iacopo Fontanella, prodotto dall’Associazione Le Ali di Icaro.

The Upsetting Frog (‘23), come affermato dal regista, nasce da una serie di esperienze personali molto forti e si basa su emozioni e sensazioni. Una narrazione che, come anticipato dal titolo, riversa in un piccolo animale, il simbolo di non uno, ma più sentimenti che si muovono nella direzione della ricerca di un equilibrio. Ricerca che, attraverso le esperienze della protagonista Lara, si capisce debba essere completa. Lara cerca in primis un equilibrio con se stessa, ma anche relazionale e, seppure solamente accennato, lavorativo. L’elefante nella stanza è il tema della maternità.

La scena si apre sulla protagonista, nel bel mezzo di una visita di controllo di una gravidanza. Durante l’ecografia, tutto sembra andare secondo i programmi e Lara, sebbene agitata commenta le immagini che vede nello schermo insieme alla dottoressa – “Sembra proprio una ranocchietta” – commentano insieme.

Data questa introduzione, sono due le domande che lo spettatore si pone da subito. In prima analisi, il tentativo di dare un significato alla rana ogni volta che viene interpellata. La seconda, quasi con fremito si suspense diventa l’andamento della gravidanza, insieme all’aspettativa di uno sviluppo lineare col tema. Insomma, con Lara, si entra subito in empatia: è comune, una donna con desideri semplici, che guarda all’amore nelle sue diverse sfaccettature, che cerca di costruire una relazione sana mantenendo i propri interessi nel dialogo con l’altro.

Segue una scena in cui si alternano azioni ripetitive, apparentemente insignificanti, al termine della quale si accenna ad un sogno. Ed infatti, subito dopo, cambia la color e inizia la scena onirica perpetrata tra un frame e l’altro dove Lara Chiarabini e Danny Bonicolini cercano
un contatto “come da manuale”, tra sguardi, sorrisi e danze. Ma questo sogno di chi è realmente? Questo è un altro dei quesiti che il corto sembra lasciare aperto.

Ecco arrivare la prima scena dove Lara è davvero lucida. Si tratta di una conversazione con un’amica e collega dove la protagonista è totalmente distratta e disattenta. L’amica glielo fa notare e dall’altra parte dello schermo fremiamo per un annuncio: magari quello della scena iniziale – e invece – si parla solo di un innamoramento; quello per il già citato Danny. Da qui iniziano la storia vera e propria, con le dinamiche che normalmente accadono in una relazione. Ma sono i dettagli a fare la differenza.

Il film si conclude coi due momenti di sceneggiatura più intensi e significativi tra i due protagonisti. Il primo, un momento totalmente suggestivo reso dall’atmosfera e da un gioco di sguardi; quasi una pausa all’interno del cortometraggio. Il secondo, è anche la scena finale del corto e ci lascia con una grande domanda. Se provassimo a immaginare questo girato come un cerchio? Non come lineare ma circolare – allora quale sarebbe la giusta lettura simbolica da dare?

Il girato ha un ritmo cadenzato e non segue un andamento cronologico. Questo in parte sembra confondere lo spettatore che però, in questo modo è tenuto a porsi una serie di domande. Effetto dato anche dai distacchi del montaggio: ogni scena che si chiude dovrà continuare, se non all’interno del corto, allora nei pensieri di chi guarda.

L’ultimo lavoro di Iacopo Fontanella ha il valore di un viaggio introspettivo. Il regista si fa portatore di una serie di dubbi e incertezze così quotidiane e comuni da essere spesso sotterrate e dimenticate. Un invito a non tralasciare mai il valore delle piccole cose.

Martina Giardi